• SILVIA MARIOTTI

OGNI PARTICOLARE

08.12.2018 – 06.01.2019
Palazzo Falconi, Largo Armando Falconi 3, Fermo
Text

“Leggendo, dovremmo prestare attenzione ai particolari, e coccolarli”. Da questa frase di Vladimir Nabokov prende spunto l’idea per la mostra di Silvia Mariotti che va a inserirsi all’interno dello storico Palazzo dei conti Falconi di Fermo. Tale affermazione può naturalmente riferirsi anche all’attenzione che dovremmo dedicare alla contemplazione di un’opera d’arte o di un ambiente carico di storia e storie come il palazzo che ospita questo evento. L’attenzione che richiede un’opera d’arte riguarda l’attitudine con la quale ci si accosta a essa: bisognerebbe infatti avvicinarsi, entrare in confidenza con l’immagine che ci troviamo davanti e lasciarla libera di attivare uno scambio empatico con noi. Osservare i particolari ci permette di intuire ciò che l’artista ha inizialmente immaginato o sentito e che ha voluto tradurre, per noi spettatori, in oggetto. Accostarci senza timore a un’opera d’arte e coglierne anche il dettaglio oggettuale aiuta ad attivare il dialogo che in essa soggiace, permette all’opera, e a noi con questa, di aprirsi e di far scoccare la scintilla che ci colpisce e percorre la nostra spina dorsale perché “anche se [guardiamo] con la mente, la sede del piacere artistico si trova fra le scapole. Quel piccolo brivido là dietro è sicuramente la forma più sublime di emozione raggiunta dall’uomo quando ha elaborato l’arte pura e la scienza pura”.

All’interno delle stanze di Palazzo Falconi, l’artista è intervenuta inserendo in mezzo agli arredi dell’appartamento nove fotografie, di cui due realizzate appositamente per questa occasione, e una scultura.

“Leggendo, dovremmo prestare attenzione ai particolari, e coccolarli”. Da questa frase di Vladimir Nabokov prende spunto l’idea per la mostra di Silvia Mariotti che va a inserirsi all’interno dello storico Palazzo dei conti Falconi di Fermo. Tale affermazione può naturalmente riferirsi anche all’attenzione che dovremmo dedicare alla contemplazione di un’opera d’arte o di un ambiente carico di storia e storie come il palazzo che ospita questo evento. L’attenzione che richiede un’opera d’arte riguarda l’attitudine con la quale ci si accosta a essa: bisognerebbe infatti avvicinarsi, entrare in confidenza con l’immagine che ci troviamo davanti e lasciarla libera di attivare uno scambio empatico con noi. Osservare i particolari ci permette di intuire ciò che l’artista ha inizialmente immaginato o sentito e che ha voluto tradurre, per noi spettatori, in oggetto. Accostarci senza timore a un’opera d’arte e coglierne anche il dettaglio oggettuale aiuta ad attivare il dialogo che in essa soggiace, permette all’opera, e a noi con questa, di aprirsi e di far scoccare la scintilla che ci colpisce e percorre la nostra spina dorsale perché “anche se [guardiamo] con la mente, la sede del piacere artistico si trova fra le scapole. Quel piccolo brivido là dietro è sicuramente la forma più sublime di emozione raggiunta dall’uomo quando ha elaborato l’arte pura e la scienza pura”.

All’interno delle stanze di Palazzo Falconi, l’artista è intervenuta inserendo in mezzo agli arredi dell’appartamento nove fotografie, di cui due realizzate appositamente per questa occasione, e una scultura.

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