- SILVIA MARIOTTI
OGNI PARTICOLARE
“Leggendo, dovremmo prestare attenzione ai particolari, e coccolarli”. Da questa frase di Vladimir Nabokov prende spunto l’idea per la mostra di Silvia Mariotti che va a inserirsi all’interno dello storico Palazzo dei conti Falconi di Fermo. Tale affermazione può naturalmente riferirsi anche all’attenzione che dovremmo dedicare alla contemplazione di un’opera d’arte o di un ambiente carico di storia e storie come il palazzo che ospita questo evento. L’attenzione che richiede un’opera d’arte riguarda l’attitudine con la quale ci si accosta a essa: bisognerebbe infatti avvicinarsi, entrare in confidenza con l’immagine che ci troviamo davanti e lasciarla libera di attivare uno scambio empatico con noi. Osservare i particolari ci permette di intuire ciò che l’artista ha inizialmente immaginato o sentito e che ha voluto tradurre, per noi spettatori, in oggetto. Accostarci senza timore a un’opera d’arte e coglierne anche il dettaglio oggettuale aiuta ad attivare il dialogo che in essa soggiace, permette all’opera, e a noi con questa, di aprirsi e di far scoccare la scintilla che ci colpisce e percorre la nostra spina dorsale perché “anche se [guardiamo] con la mente, la sede del piacere artistico si trova fra le scapole. Quel piccolo brivido là dietro è sicuramente la forma più sublime di emozione raggiunta dall’uomo quando ha elaborato l’arte pura e la scienza pura”.
All’interno delle stanze di Palazzo Falconi, l’artista è intervenuta inserendo in mezzo agli arredi dell’appartamento nove fotografie, di cui due realizzate appositamente per questa occasione, e una scultura.
“Leggendo, dovremmo prestare attenzione ai particolari, e coccolarli”. Da questa frase di Vladimir Nabokov prende spunto l’idea per la mostra di Silvia Mariotti che va a inserirsi all’interno dello storico Palazzo dei conti Falconi di Fermo. Tale affermazione può naturalmente riferirsi anche all’attenzione che dovremmo dedicare alla contemplazione di un’opera d’arte o di un ambiente carico di storia e storie come il palazzo che ospita questo evento. L’attenzione che richiede un’opera d’arte riguarda l’attitudine con la quale ci si accosta a essa: bisognerebbe infatti avvicinarsi, entrare in confidenza con l’immagine che ci troviamo davanti e lasciarla libera di attivare uno scambio empatico con noi. Osservare i particolari ci permette di intuire ciò che l’artista ha inizialmente immaginato o sentito e che ha voluto tradurre, per noi spettatori, in oggetto. Accostarci senza timore a un’opera d’arte e coglierne anche il dettaglio oggettuale aiuta ad attivare il dialogo che in essa soggiace, permette all’opera, e a noi con questa, di aprirsi e di far scoccare la scintilla che ci colpisce e percorre la nostra spina dorsale perché “anche se [guardiamo] con la mente, la sede del piacere artistico si trova fra le scapole. Quel piccolo brivido là dietro è sicuramente la forma più sublime di emozione raggiunta dall’uomo quando ha elaborato l’arte pura e la scienza pura”.
All’interno delle stanze di Palazzo Falconi, l’artista è intervenuta inserendo in mezzo agli arredi dell’appartamento nove fotografie, di cui due realizzate appositamente per questa occasione, e una scultura.
- Tuffo stellare (Star dive), 2018. Light-box, 37 x 25 cm
- Parque Ibirapuera, 2016. IInkjet print on cotton paper, 25 x 37 cm
- Cielo vetrato con nuvole (Glazed sky with clouds), 2020. Plaster dust on sandpaper, frame, 29,7 x 21 cm
- Parque da Aclimação #2, 2016. Inkjet print on cotton paper, 25 x 37 cm
- Volume notturno – Blu nerastro (Night volume – Blackish blue), 2019. Painted polystyrene, neon, 80 x 40 x 30 cm
- Lungofiume (Riverside), 2018. Inkjet print on cotton paper and dibond, 30 x 45 cm
Silvia Mariotti nasce nel 1980, vive e lavora a Milano. Si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Urbino. La sua ricerca si basa sull’indagine dell’ambiente che la circonda, sia da un punto di vista sociologico sia storico. Attraverso la fotografia e l’installazione, cerca di individuare i nessi esistenti della realtà, restituendo all’immagine le suggestioni e le esperienze vissute.
Nel 2013 vince il primo premio della decima edizione del Premio Celeste per la sezione fotografia e nello stesso anno è finalista della terza edizione del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee, sezione Fotografia Contemporanea.

- LUCIA LEUCI

- IRENE FENARA